BIO
Fatma Ibrahimi nasce a Durrës. Il suo primo approccio al mondo dell'arte è nel campo dell'interpretazione musicale: a 6 anni inizia lo studio del pianoforte nella sua città natale. Nel 1997 si trasferisce in Italia e prosegue i suoi studi musicali al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Contemporaneamente nutre una forte passione per il disegno, la pittura e le arti figurative, che successivamente verranno elette veicolo ideale della propria ricerca espressiva. Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Urbino in Pittura con il massimo dei voti, ha svolto per diversi anni l’attività di tatuatrice. Vive e lavora a Jesi. Nel 2022 è la vincitrice della sezione Illustrazione e Grafica della Biennale MArteLive Italia con il progetto “Giardini”, un’opera che esplora una realtà parallela e distopica immersa nel mondo tecnologizzato, in cui la natura si integra con l’artefatto umano. Nel 2023 pubblica il suo primo libro, Neraria-Herbarium, edito da Psicografici Editore. Il volume inaugura la prima parte del suo erbario immaginario, un progetto in divenire nato durante la pandemia e composto da piante ibride e multiformi. Ha esposto le sue opere in diverse gallerie nazionali e ha partecipato a numerosi festival di illustrazione in tutta Italia.
STATEMENT
La mia ricerca si affida principalmente ai processi intuitivi e narrativi dell’immaginazione. Il mio è un repertorio di figure e composizioni che esplodono in un mondo altro, una realtà parallela e immaginaria, popolata da micro e macrocosmi organizzati minuziosamente in composizioni multiformi. Sono figure il cui bizzarro montaggio sconfessa il principio di individuazione, la nostra familiarità con le cose, introducendo il perturbante, quale categoria dominante del registro estetico contemporaneo. La suggestione dell’organico, del vegetale, delle forme organizzate e compiute ospitano in sé il germinare di analogie e compatibilità impensabili. Esploro il paesaggio focalizzandomi su dettagli inaspettati, intrecciando memorie, esperienze personali e stati d’animo in una dimensione estatica e sospesa. Tramite un’incessante evocazione della vita naturale immanente, l'organico e l'astratto si concentrano in contrazioni ed esplosioni di buio e luce. I miei Paesaggi multiformi nascono all'interno del nostro mondo tecnologizzato, in cui la natura si ibrida con l'artefatto umano. Il mio intento è quello di sviscerare gli invasivi e continui input, rielaborandoli attraverso un filtro personale, permettendo che le bizzarrie, l'inquietudine e l'errore diventino parte integrante dell’opera.​​​​​​​

   


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